4 giorni a Istanbul: come organizzare una full immersion nella perla dell’Impero Ottomano

Istanbul non ha bisogno di presentazioni, ma qualche consiglio su come organizzare un soggiorno di quattro giorni in una città da venti milioni di abitanti può tornare utile, perché tra colline, corsi d’acqua e distanze non indifferenti, è facile perdersi.

Ecco quindi come abbiamo strutturato il nostro itinerario.

Dove abbiamo alloggiato:
Abbiamo affittato un appartamento tramite Airbnb a pochi metri dalla Torre di Galata, lungo il Bosforo verso Karakoy. Mai scelta fu più azzeccata! La nostra via era tranquilla, ma a un minuto a piedi da ristoranti e locali caratteristici, e a meno di dieci minuti dai principali mezzi di trasporto (tram, ferry e bus) che portano in qualsiasi angolo della città. Galata è un quartiere affascinante, e soggiornarci permette di viverlo nei momenti migliori, cioè alla sera e nel dopocena, quando si anima di una vivace atmosfera conviviale.

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1° Giorno – Sultanahmet: il cuore storico della città

Per una prima visita, il quartiere di Sultanahmet è una tappa irrinunciabile. Con una giornata intera a disposizione, è possibile visitare le tre grandi icone storiche di Istanbul: Hagia Sophia, la Basilica Cisterna e la Moschea Blu, che da sole giustificano un viaggio in città. Se volete anche un assaggio dei bazar, c’è la possibilità di visitare uno dei due grandi mercati. Noi abbiamo scelto di vedere solo il Bazar delle Spezie (il Bazar Egiziano) un altro giorno, transitando da Eminönü.

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Hagia Sophia

Hagia Sophia, ovviamente, non ha bisogno di presentazioni. Devo ammettere, però, che il fatto che oggi sia chiusa ai non credenti ha tolto un po’ del suo fascino. La prima volta che l’ho vista, nel 2008, potevo passeggiare liberamente nell’area della preghiera, osservando dal basso i mosaici dorati che scintillavano sotto la cupola gigante. Ora la visita è limitata alla parte superiore, i mosaici sono in parte coperti e una serie di transenne impedisce di raggiungere il parapetto della galleria. E poi c’è la folla, con i turisti intenti a fare selfie ovunque. Eppure, nonostante tutto, Hagia Sophia resta bellissima, una visione che vale il biglietto.

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Basilica Cisterna

La Basilica Cisterna è uno dei luoghi più suggestivi mai visti in vita mia, e la seconda visita non ha fatto altro che confermare l’effetto “WOW!” che già ricordavo. È impossibile descrivere a parole l’atmosfera che si respira lì dentro: luci soffuse, colonne riflettenti nell’acqua, e quell’eco… dovete vederla di persona.

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Moschea Blu

La Moschea Blu è stata la riscoperta della giornata. Se nel 2008 ero rimasta colpita da Hagia Sophia, questa volta la Moschea Blu mi ha letteralmente tolto il fiato. Forse perché durante la mia prima visita era parzialmente coperta dai ponteggi, che nascondevano gran parte delle sue piastrelle color indaco. Ora, immersa nella sua piena bellezza, con la luce che illumina il tappeto rosso mattone e il soffitto, non volevo più uscire.

Due info pratiche: Hagia Sophia e la Basilica Cisterna sono a pagamento (entrambe 25 euro/ca), mentre la Moschea Blu è gratuita. A Hagia Sophia, potreste trovare una coda apparentemente infinita, ma ci sono due file: una per i biglietti e l’altra per l’entrata, che scorre più rapidamente. L’entrata alla Basilica Cisterna è decisamente più veloce.

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2° Giorno – Sultanahmet e Balat: storia e autenticità

Palazzo del Topkapi

Il secondo giorno è iniziato con la visita al Palazzo del Topkapi, che richiede dalle 3 alle 4 ore per un tour approfondito con audioguida, inclusa nel biglietto. Confesso che alla terza ora ci siamo arresi: il palazzo è meraviglioso e unico al mondo, essendo stato il centro del sultanato ottomano, ma volevamo assaporare di più la città e dedicare meno tempo ai siti turistici. All’interno del complesso, non perdete il Serraglio con l’area dell’harem, la residenza del sultano e della madre del sultano, e le sale del Divan e della biblioteca.

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Balat

Dopo Topkapi, siamo tornati a Eminönü e da lì abbiamo preso il tram T5 per raggiungere Balat, un quartiere completamente diverso. Balat è la vera Istanbul, quella delle case colorate e delle viuzze che si arrampicano fino al liceo ortodosso di Fener. Potete scegliere di vedere solo una parte del quartiere o esplorarla tutta, come abbiamo fatto noi, passeggiando per ore tra scorci pittoreschi, case dalle facciate vivaci, locali autentici e cafè. Anche qui, come ovunque a Istanbul, si trova una netta divisione tra i posti pensati per i turisti e quelli frequentati dai locali; a voi la scelta. Spoiler: sono belli entrambi!

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Se cercate la via delle case colorate, ecco un link a Google Maps; se volete trovare la scalinata più fotografata della città, cliccate qui.

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3° Giorno – la sponda asiatica e la crociera sul Bosforo: atmosfera hipster e relax

Kadiköy

Il quartiere che ci ha conquistato di più si trova nella parte asiatica della città: Kadiköy. La zona di Moda, in particolare, ci è rimasta nel cuore. Qui sembra di stare a Berlino, e l’atmosfera è davvero hipster, ma autentica, senza forzature. I locali sono uno più bello dell’altro, e accanto a quelli eleganti si trovano luoghi storici che sembrano usciti da un’altra epoca. E poi c’è il tema gatti: Moda è il paradiso dei felini, tanto che in ogni angolo troverete ciotole, cuscini e persino punti pappa e nanna all’interno dei cafè.

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Crociera sul Bosforo

All’ora del tramonto, siamo tornati a Eminönü e abbiamo preso il ferry comunale per una crociera “base” sul Bosforo. La principale differenza rispetto alle crociere private è che con queste ultime viene fornita un’audioguida che racconta ciò che si sta osservando lungo il percorso. Il ferry comunale, invece, è essenziale ma molto economico (circa 5 € a persona), e a noi è bastato documentarci in anticipo per sapere cosa stavamo vedendo. La crociera al tramonto è stupenda, con il sole che illumina una sponda del Bosforo mentre dall’altra cala il buio. Se dovessi tornare, la rifarei però in piena luce per poter ammirare ogni dettaglio.

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4° Giorno – Pierre Loti e ritorno a Balat: la Istanbul nascosta

L’ultimo giorno ci siamo dedicati a una mia passione: i cimiteri. Se anche voi, come me, avete un debole per luoghi di riposo che raccontano storie antiche e un po’ esotiche, dovete salire al Pierre Loti Cafè. Si può prendere la funivia, che accetta la carta dei trasporti pubblici, e arrivare fino in cima alla collina, dove si trova questo cafè con vista straordinaria sulla città.

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Poi, potete decidere di scendere come siete saliti oppure a piedi, attraversando il Cimitero di Eyüp. Con i suoi terrazzamenti, scale ripide e antiche lapidi ottomane, è un luogo mistico.

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Se vi resta tempo, potete tornare a Balat e esplorare la parte meno turistica o scegliere di visitare il Palazzo di Dolmabahçe o il quartiere di Ortaköy. Oppure, sedetevi da qualche parte e gustatevi un tè turco forte, accompagnato da un dolce tipico o un quadratino di lokkum.

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Istanbul è un melting pot straordinario, e ovunque volgiate lo sguardo troverete una moltitudine di volti e storie che rendono questa città unica.

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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