Madrid, sei sempre tu – Parte 3

Incredibile che abbia avuto la costanza per scrivere ben tre post sulla stessa città, ma l'”effetto Madrid” è questo e le sensazioni legate alla recente visita sono ancora fresche, come i ricordi e gli appunti che mi sono segnata prima e durante il viaggio.

Ricominciamo la nostra passeggiata per la città che la domenica mattina dovrà necessariamente portarvi all’esplorazione del barrio La Latina. Il punto di partenza può essere l’omonima fermata della metropolitana (La Latina, linea 5) oppure due fermate dopo (Acacias, sempre linea 5). Avete due possibilità a seconda della voglia di fare quattro passi in più o in meno e di attraversare il mercato del Rastro che diventa, proprio in quel momento della settimana, il centro universale della città! Sul mercato in sé ho qualche perplessità. Alcuni lo indicano come il più grande mercato delle pulci di tutto il mondo, ma non credo sia così perché Saint Ouen a Parigi è molto, molto più grande e ha molti più negozietti e bancarelle dedicati al brocantage. Qui le bancarelle di cose vintage sono inframezzate da altre di vario genere che di “antico” o “second hand” hanno davvero poco.

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Comunque è un’esperienza passare lì in mezzo, stando attenti, come è d’obbligo, ai borseggiatori che potrebbero approfittarsi della calca. Io vi consiglio di arrivare ad Acacias con la metro, fare una parte di mercato e poi iniziare a prendere le stradine laterali che man mano incontrerete.

La Latina è uno dei quartieri più veri della città e la domenica dà il meglio di sé. Appena lascerete Calle del Rastro, vi troverete catapultati in un mondo di baretti che servono vermùt del grifo come se piovesse, tavolini all’aperto, ritrovi di amici e famiglie… Madrid, la vera Madrid, sarà tutta lì e voi ne diventerete parte. Non dovete avere una meta precisa, solo lasciarvi trascinare dall’atmosfera e sentirvi parte di essa. Ci sono turisti che, come voi, saranno lì in esplorazione, ma credetemi se vi dico che sarete davvero in pochi. Se poi lascerete in hotel o in borsa la macchina fotografica, vi godrete ancora di più quello che questa esperienza saprà darvi.

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Andate al Rastro verso le 11 (il mercato inizia un’ora prima, ma gli spagnoli prima delle 11 non fanno niente in settimana, figuriamoci nei festivi) e prendetevi il vostro tempo sapendo di girare per girare. Quando avete finito potete dedicarvi a una passeggiata in un’area della città che personalmente amo moltissimo e che è quella che va dal Palacio Real a tutto ciò che sta a est/nord-est dello stesso.

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Si tratta di parecchia strada da fare a piedi ma se vi piace camminare e avete voglia e tempo, vi consiglio di andarci così. Dunque, partiamo.

Da La Latina raggiungete a piedi l’orribile Catedral de La Almudena, che dovete tenere alla vostra sinistra. Passate il Palacio Real e vi troverete in una piazza verdissima dove ha sede il Teatro Real. Il giardino della piazza (ma forse sarebbe più corretto dire che la piazza è un giardino) offre riparo dal caldo e dal sole e vi sembrerà un’oasi. Prendetevi tutto il tempo che volete per riposarvi qui ammirando l’andirivieni dei turisti e dei madrileni che come voi staranno cercando un posto, splendido!, al fresco o i magnifici ed eleganti cafè che si affacciano sullo spazio.

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Quando vi sarete rilassati abbastanza, muovetevi in direzione Plaza de España che, personalmente, trovo grandiosa. Considerate che la piazza è stata ripensata urbanisticamente e che ciò che vedrete ora non è quello che vidi io durante le mie prime visite della città. Dalla riapertura del 2021, dopo due anni di lavoro, questo spazio è diventato quasi del tutto pedonale, piena di alberi dell’Amore (o di Giuda), il monumento a Cervates al centro, l’architettura del Palacio de España alle spalle, le panchine, i chioschi… mi piace tutto di questo posto. Mi ricorda alcune piazze importanti statunitensi e quindi mi sembra di essere proiettata in un secondo dall’altra parte del mondo. L’imponente Palacio de España, costruito durante il franchismo come simbolo di potere e di rottura con tutto quanto veniva prima (anche culturalmente), a me affascina tantissimo e il contrasto con le statue di Don Chisciotte e il fido Sancio Panza mi colpisce molto.

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Esplorate la piazza e poi lasciatela dirigendovi verso le prossime mete. Parte del parco del Palazzo Reale è aperto al pubblico e vi consiglio di non perdervi una visita qui. I Jardines de Sabatini sono pieni zeppi di fontane, labirinti, statue nascoste dalla vegetazione. Ogni angolo è una scoperta che vale la pena di fare. Dedicateci il tempo che ritenete e godeteveli senza grande fretta ma dando comunque un’occhiata all’orologio.

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É tassativo che arriviate alla Ermita de San Antonio de la Florida entro le 19 (orario un po’ – troppo, per i miei gusti – flessibili. Informatevi bene se intendete andarci!) altrimenti rischiereste di perdervi qualcosa di veramente unico. Ci potete andare in metropolitana, ma dai Jardines alla ex chiesa ormai trasformata in un minuscolo museo, avrete l’occasione di percorrere il lungo fiume (Calle de Aniceto Marinas) che è diventato, in parte, un parco cittadino.

Arriverete quindi a due chiesette apparentemente identiche. Quella che interessa a noi è quella delle due che è stata sconsacrata e che contiene, oltre alla sepoltura di Goya (una parte di corpo, in realtà, visto che la testa pare sparita nel nulla quando le sue spoglie mortali sono state spostate qui), anche i soffitti affrescati da lui. Ci metterete un secondo a visitarla – gratuitamente – ma, se amate l’arte, poi la porterete con voi a lungo. Non si possono fare fotografie all’interno, ma potete acquistare un libricino a € 5 che aiuterà voi a capire meglio in che scrigno prezioso vi troviate e chi si occupa della manutenzione del luogo a conservarlo sempre bello come è adesso.

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Siamo quasi al termine di questo girovagare nella capitale spagnola ma non vi fermerete prima di aver visitato il Tempio di Debod, regalato dall’Egitto agli archeologi spagnoli che aiutarono il Paese nordafricano a salvare i siti archeologici messi in pericolo dalla costruzione della Diga di Assuan e l’allagamento con le acque del Lago Nasser.  Ora, per quanto mi riguarda, trovo che il Tempio sia interessante da vedere perché è una cosa piuttosto singolare e perché la vista sulla città dalla terrazza a ridosso del monumento è bellissima, soprattutto al tramonto, ma considerate che non sarete gli unici a pensare di volerlo ammirare, quindi preparatevi alla folla, alle foto imballate, ai gruppi di adolescenti che fanno casino, alle coppiette che limonano come se non ci fosse un domani, ecc. Vedete voi se vale la pena. In ogni caso, non perdete tempo per visitarlo all’interno perché farete una coda che si rivelerà non degnamente ricompensata. Vi segnalo che per arrivare alla terrazza del tempio dalla Ermita de San Antonio, dovrete attraversare un magnifico roseto. A noi è piaciuto più il percorso che non la destinazione in sé.

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Stanchi ma felicissimi delle bella giornata trascorsa, potrete ora trascinarvi verso il vostro alloggio, senza dimenticare di fermarvi qua e là lungo la strada a bere qualcosa e a charlar con qualche sconosciuto.

Abbiamo terminato il paseo por Madrid ma sappiate che, una volta che si visita questa città e si impara a conoscerla, lasciarla realmente diventa molto difficile. Quindi, non vi resta che trovare l’occasione, sempre che ne serva una, per tornarci prestissimo e ricominciare il giro.

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Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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