#MyTravelRulez… molte idee e per niente confuse!!!

Eccoci qui, ad accettare l’invito arrivato da The Food Traveler (blog che adoro!!!) di partecipare a #MyTravelRulez, ideato da Daniela sul suo The Daz Box. Grazie Daniela per l’idea. E’ davvero molto carina!

mytravelrules-dazbox

Sono felice che a propormi di partecipare sia stata proprio Silvia perché leggendo le sue regole, le trovo davvero molto vicine alle mie. Diciamo che è autistica quanto lo sono io… (Silvia-cara, dovremmo farci seguire dallo stesso medico, magari ci fa uno sconto e con quello che risparmiamo andiamo da qualche parte di carino!!!).

Io non ho “regole” ma “punti fermi”. Imprescindibili! Non riuscirei a fare diversamente perché sarebbe come farmi violenza. Ci ho provato ed ho fallito. Alla fine mi sono arresa: questo è il MIO modo di viaggiare. Penso che il tempo libero e l’uso che ne facciamo sia sacro. Al lavoro posso accettare che mi si dica di fare qualcosa, ma quando lo faccio per mia scelta e per me, tassativamente no!

Mi lascio trasportare dalle mie manie e da una forte impronta personale che, pur sapendo che non è quella “giusta” in senso universale, è quella che va bene per me.

Ecco qui un elenco di cose, abitudini e atteggiamenti indispensabili quando viaggio:

  1. pianifico tutti i viaggi con un anticipo pazzesco. Ci sono amici che devono partire tra due settimane sapendolo da mesi e ancora non hanno il biglietto aereo o non hanno scelto l’hotel. Io devo partire tra nove mesi e so già cosa prendere per colazione in quell’hotel in cui soggiornerò. Facciamo un esempio pratico: siamo a inizio febbraio e io ho già, in un modo o nell’altro, fissato e prenotato i prossimi 5 viaggi o gitarelle fuori porta…. l’ultima delle quali avrà effettivamente luogo nella seconda metà di ottobre prossimo. E, se proprio vogliamo dirla tutta, ho già un’idea per il viaggione dell’estate 2018… se Trump non chiude le frontiere anche per gli italiani e/o io non finisco definitivamente tutti i soldi!!! 🙂 Perché lo faccio? Perché mi piace! Perché la pianificazione del viaggio è essa stessa viaggio. E perché così risparmio un po’ e prenoto i posti migliori… e qui passo al punto successivo…
  1. Non dormo in ostelli, non divido camerate, non dormo (quasi mai) sui divani degli amici (neanche divani letto), non divido la stanza con i figli piccoli di nessuno, non dormo su un pullman che mi sta portando a X km di distanza (a meno che non sia necessario), non dormo in “topaie”, non dormo in periferia (non perché abbia qualcosa contro la periferia, ma perché devo risparmiare tempo sugli spostamenti verso i luoghi di interesse), non dormo (se posso) nelle catene alberghiere stile Ibis o compagnia bella. Sì, sono una pigna nel sedere, lo so, ma non l’ho fatto quando avevo 20 anni, figuriamoci se inizio a 35! Mi piace la comodità (non il lusso… ma solo perché non ho i soldi per permettermelo), la pulizia, la centralità, la peculiarità e l’intimità. Non ho grossi problemi a dividere un bagno, ma se posso scegliere, anche spendendo qualcosa in più, sicuramente sceglierò la stanza con servizi privati. Mi piacciono tantissimo i B&B, più che gli hotel, e mi piacciono quei posti dove la colazione la si prende al tavolo con altri ospiti sconosciuti… Alcuni ricordi più belli dei viaggi passati riguardano proprio gli scambi con persone che vengono dall’altra parte del mondo e che, come te, al mattino hanno solo una cosa in mente… mangiarsi più panini con burro e marmellata possibili!!!
  1. Fede ed io, in genere, viaggiamo soli  e con un’organizzazione fai da te, però non abbiamo problemi ad affidarci (che è un termine e un concetto che mi piace da impazzire) a tour operator locali o a un amico italiano che è consulente di viaggi per le prenotazioni un po’ più “articolate”. Non mi sento meno “viaggiatrice” quando lo faccio! Per godermi l’esperienza devo sentirmi sicura. E non ovunque, senza le giuste dritte o il giusto accompagnamento, mi sento tale. Leggo molto spesso che chi scrive travel blog ha girato in lungo e in largo il sud est asiatico a bordo di improbabili mezzi di trasporto senza grossi preoccupazioni né patemi d’animo. Io in Asia non sono mai stata (ad eccezione della Turchia, ma non è la stessa cosa) però sono stata tante volte in Africa e lì, da soli, non sempre si può girare. Fermo restando che ci sono luoghi e luoghi, a volte si percepisce di essere fuori posto anche quando si è accompagnati da una guida e si mette il massimo rispetto nel porsi con le persone del luogo. In questi casi, spendendo anche qualcosa in più, “adattamento” e “basso profilo” significano esattamente il contrario di quello che significano generalmente.
  1. Le esperienze si vivono con tutti i cinque sensi. Uno di quelli che amo di più è il gusto. Viaggiare significa anche assaggiare, anche quando ciò che si trova davanti non è una cosa che abitualmente si metterebbe nel proprio piatto. Salvo problemi di allergie alimentari (e io, ahimè, ne ho tante), assaggio tutto quello che mi viene proposto… tanto poi ho la scorta di medicinali che neanche all’ospedale di Niguarda…
  1. Compro sempre lo stesso genere di souvenir: una calamita per regione/città che visito e una matita per museo/mostra. Ho il frigorifero (di tipo americano… grande, grandissimo!!!) pieno delle prime e mug (comprate sempre all’estero) delle seconde. Mi piacciono tanto. Le colleziono e le custodisco come fossero un tesoro prezioso. Se posso, inoltre, compro un quadretto da un artista locale, non necessariamente un quadretto che ritragga la città. Basta un particolare o qualcosa che ricolleghi l’opera al viaggio fatto. Abbiamo quasi finito le pareti a casa e poi sarà un dramma!
  1. Cerco di fotografare sempre un gatto in ogni luogo in cui vado. Gatti veri e artefatti che li rappresentano. Sono dei portafortuna ed è anche questa una collezione, a suo modo.
  1. Non dimentico mai la mia macchina fotografica e non fotografo con il cellulare se non pochissimi scatti. Sono una purista della camera e di un certo tipo di fotografia. Difficilmente fotografo il cibo e mai lo condivido sui social network salvo ragioni particolari e imprescindibili (per esempio: a Marrakech non puoi non fotografare un bicchiere di tè alla menta preso in qualche caffè incrociato nei souk. E’ come fotografare Piazza Jamaa el Fna. Lo fai, punto!).
  1. Pur essendo io la “regina dell’organizzazione” (come amano definirmi per prendermi in giro per il mio problemino mentale con le prenotazioni “folli”), difficilmente mi faccio dei veri e propri programmi di ciò che vedrò nei luoghi dove mi recherò in viaggio. Sì, beh, a grandi linee lo so, ma amo gli stravolgimenti dell’ultimo minuto sul posto per qualcosa che mi ha sorpreso e colpito di più di quello che pensavo avrei fatto. Sono molto possibilista e odio le scalette da battaglia così come il “devo vedere tutto-tutto”. Anche nei luoghi più sperduti, cerco sempre di lasciarmi qualche motivo per cui tornare. Non si sa mai…
  1. Non me ne frega nulla della differenza tra turista e viaggiatore. Io sono entrambe le cose, alternandole piacevolmente a seconda del luogo, del momento, della situazione e della mia predisposizione. C’è chi giudica snob o ignoranti i turisti ma anche distanziarsi completamente dall’idea di esserlo lo è. E’ un po’ incoerente e non mi piace esserlo. Inoltre rientrare e definirmi in qualsiasi “categoria” mi diventa subito noiosissimo.
  1. Ho il compagno di viaggio migliore del pianeta e non lo cambierei con nessuno al mondo. Ciò che conta, durante un viaggio, è il ritmo, la velocità con cui si “vaga”. I tempi sono fondamentali per vivere al meglio l’esperienza. Abbiamo provato abbastanza recentemente a condividere un viaggetto appena fuori porta con alcuni amici: l’esperienza è stata positiva ma mooooolto più faticosa del solito, quando di stancante non c’era proprio nulla. Ecco, il vero lusso dei viaggi che facciamo, è andarci con i nostri tempi e sapendo che condividiamo, oltre alla direzione, agli obiettivi e agli interessi, anche la cadenza con cui facciamo ogni cosa. Bisogna conoscere bene se stessi e chi ci accompagna, altrimenti anche esplorare il luogo più bello del mondo può diventare un vero incubo.

Ecco qui… ora passiamo alle mie “nomination”:

Francesca di Senza Zucchero Travel. Un punto di riferimento delle mie letture sull’argomento viaggi.

Marta di The LondonHer. Perché il suo blog è Great (…Britain, ma non solo).

Farah di Viaggi nel Cassetto. Perché l’autrice è deliziosa e non mi stanco mai di leggerla.

Sono molto curiosa di leggere le loro regole. Forza donne, forza! (…e ricordatevi di copiare la grafica del progetto nel vostro articolo!!!).

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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  1. Innanzitutto grazie per aver risposto al tag, che secondo me è proprio una bella iniziativa perché permette di conoscere le abitudini degli altri blogger.
    In particolare mi sto rendendo conto che ci sono tantissime persone che condividono le mie stesse “manie”: alcuni miei amici hanno riso quando ho raccontato di aver prenotato il volo per Mosca a dicembre (parto a giugno), ma io ho BISOGNO di pianificare. Anche per una ragione economica, così so quanto potrò spendere nei mesi successivi, se posso comprarmi quel bel paio di scarpe in saldo e se pianificare un weekend fuori porta. Poi, come te, una volta a destinazione non ho scalette né programmi: vedo quello che mi ispira anche se tendo a prenotare le cene prima della partenza…
    Nemmeno io ho problemi ad affidarmi a un’agenzia, anche se preferisco fare da sola: in alcuni casi però, come per esempio per la Russia, la scelta dell’agenzia si è rivelata la più semplice per via della necessità della lettera di invito, del visto, e via dicendo.
    Scusa il pippone, forse dovremmo prenderci un caffè insieme un giorno 🙂

    1. Quando vuoi, cara, mi farebbe molto piacere!!!
      Con me sfondi una porta aperta…… io pianifico tantissimo, ma solo quelle che voglio io. Una volta là devo sentirmi libera di fare una maratona o di buttare una giornata a non far nulla…

  2. Dovremmo prendere un lettino a tre piazze dallo psichiatra perchè io faccio proprio i dossier di quelli chiusi in faldoni con titoli tipo: “Protocollo Praga”, “Operazione un caffè a Piazza S. Marco”, “Operazione Giro delle TreCime” ecc. La pianificazione (maniacale) è essenziale anche per me!
    Trovo bellissima la cosa di fotografare un gatto *_*
    A presto! 😉
    Daniela

    1. Ma certo!!! Andiamo tutte insieme che lo sconto aumenta e si allunga il viaggio che facciamo poi con il risparmio. Il nome dei faldoni dei tuoi viaggi è super. Io a San Marco ho preso un caffè da Florian… ho dovuto rateizzare la spesa e sto pagando in 360 comodissime rate mensili!!! 😉

  3. A me invece secca proprio condividere il bagno! Generalmente, organizzo da sola, preferisco b&b e hotel indipendenti; direi che per alcune destinazioni sia meglio affidarsi a professionisti e fotografo col cellulare solo quando voglio condividere istantaneamente qualcosa. Anch’io porto con me sempre una calamita – anche a mia madre e a un’amica – e per me stessa anche un segnalibro, se ne trovo un carino ^_^

    1. Io preferisco non condividerlo, ma riesco ad adattarmi… certo… dovresti vedere la disinfettata che dò prima di utilizzarlo…. e comunque lo condivido solo in b&b con pochissime altre camere oltre la nostra. Il bagno condiviso con il dormitorio pieno di turisti tedeschi appena diplomati in interrail lo evito come fosse l’Ebola!!!
      Che belli i souvenir… mi fanno impazzire!

  4. Quando mi hai scritto nel commento che secondo te abbiamo delle cose in comune, volevi dire che siamo gemelle divise alla nascita?
    I capelli ricci poi sono un’ulteriore prova!
    Organizzazione e gatti a parte, anch’io compro calamite, odio la distinzione netta tra turista e viaggiatore: alcune destinazioni vanno vissute in determinato modo secondo me, ma ho incontrato alcuni che ci tenevano ad essere dei “viaggiatori” ma che allo stesso tempo sono delle pessime persone; la scelta del tipo dell’alloggio è fondamentale e probabilmente è la parte che mi fa fare piu xxxxx mentali.. finisco qui dicendo che non sono piu capace a viaggiare in gruppo, perché ho deciso di accogliere il tuo invito e scriverò un post anch’io!

    Un bacione dolcezza!

  5. ho apprezzato molto i punti 3 e 9. basta con queste diatribe stupide e con pregiudizi (e giudizi) su come vaggiano gli altri. per fortuna è un piacere non un dovere quindi massimo… stile libero 😉 per tutti!
    concordo anche sull’esigenza del perfetto compagno di viaggio, anche se m è capitato di non averlo e quindi di aver visto posti belli in maniera un po’ “faticosa” causa compagnia non adattissima al mio stile di viaggio…
    http://www.audreyinwonderland.it/

    1. Ti capisco perfettamente. Pochi giorni in un luogo vicino sono stati più stancanti di un safari di 10 giorni in Tanzania!!!
      Comunque servono anche queste esperienze: ci aiutano a conoscerci di più!!!

  6. Brava! Leggo sempre più diatribe riguardo alla differenza tra viaggiatore e turista..ma chi se ne frega? Ciascuno deve viversi il viaggio/vacanza come gli pare. L’importante è essere soddisfatti!
    La peculiarità di forografare un gatto ancora non mi era capitata nel leggere le varie travelrules 😀

  7. Mi ritrovo in te in tante cose, sai?
    Mi piace questo post, permette di confrontare le proprie abitudini con quelle di altri viaggiatori. Mi piace!
    Spero di riuscire a creare anche io al più presto il #MyTravelRulez… intanto non posso fare altro che ringraziarti fortemente per la citazione <3
    Ti mando un fortissimo abbraccio!

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