Boston, un’esperienza molto pulp

Chi è stato a Boston sa che della capitale del New England si possono raccontare tante cose, tutte infinitamente belle, molte delle quali meritano più che una veloce citazione in un post dedicato ad altro.

Rimanderò la questione ad un secondo momento e ora mi occuperò di una faccenda molto più spinosa. È mio dovere sociale parlare di qualcosa di veramente pericoloso di cui tutti coloro decidano di intraprendere un viaggio nella città più importante del nord est America devono essere edotti: i terribili scoiattoli del Common Garden.

Galeotta fu l’amarezza per la totale indifferenza con cui i cugini britannici degli stessi roditori avevano accolto noi e la nostra scorta di nocciole in un caldo pomeriggio dedicato tutto a loro e al relax nel Saint James Park di Londra, solo qualche mese prima rispetto ai fatti raccontati in questo post. Dopo diverse ore di umiliazione a gogo, la frutta secca se l’era mangiata mio marito perché quegli schizzinosi maledetti non si cagavano neppure quelle che abbiamo lanciato sul prato; maledetti ingrati!

Arrivati a Boston, non ci è parso vero di trovarci tutti quei simpatici animaletti correre su e giù per il Common Park e, per riscattarci dalla delusione cocente maturata all’ombra di Buckingham Palace, abbiamo acquistato un quintale di noci (non ho trovato le nocciole!!!) e rivisto tutti i piani dell’itinerario per dedicar loro un bel po’ di tempo. Insomma, si sa che gli americani sono in genere molto più amichevoli dei discendenti inglesi. Perché per gli animali sarebbe dovuto essere diverso?!?!?

Non mi sembrava vero…

Ci siamo seduti sul prato, agitando il pacchetto di noci e rapidamente siamo stati circondati da una decina di simpatici roditori (e da uno stormo di un centinaio di anatre ed oche che abbiamo cacciato a suon di “sciò-sciò”). Non sto a dire quanto fossi felice di quegli animaletti che mi rampavano sulle gambe per prendere il cibo che gli stavamo offrendo. Attorno a noi, i genitori indicavano la scena ai loro bambini, coppie di fidanzati si tenevano la mano e si profondevano in estatici “ohhhhhhhh” e gli anziani ritrovavano la spensieratezza ormai perduta… Tutto molto “amazing” fino a quando non ho avuto la malaugurata idea di spostare un pezzo di noce con il pollice. Il tenero scoiattolino non riusciva a prenderlo perchè era troppo vicino al palmo della mia mano e lui aveva paura a salirci. Vedendo arrivare il mio dito, credo che l’animaletto abbia fatto confusione e lo abbia scambiato per cibo e così gli ha dato una bella azzannata. Non una cosa “mordi e fuggi”… no, ci ha piantato dentro un dente, ha afferrato il dito con le unghiette (“-ette” mica tanto!) e così è rimasto attaccato.

Io ho lanciato un urlo e ho sollevato la mano con tutto lo scoiattolo ancora attaccato e l’ho scrollata… e lui nulla, stava lì. Credo di essere un bel po’ gustosa.

Attorno a me si è creato il panico. Le mamme nascondevano la scena alla vista dei bambini, i fidanzatini tornavano a limonare e i vecchietti a inveire contro la gioventù di oggi.

E mio marito, che avrebbe potuto scattare la foto della vita (una di quelle da mostrare agli amici per ravvivare serate ed eventi) non si è accorto di nulla, se non del sangue che alla fine mi colava dalla mano.

Altro che il Bronx di New York, o i quartieri degradati di Detroit, o quelli malfamati di L.A….. gli scoiattoli del Common Garden di Boston sono la nuova frontiera del pericolo made U.S.A.

 

Viaggiatrice povera, fotografa inesperta, pasticciona tecnologica, gattodipendente. Rifletto sul senso della vita e raccolgo dettagli che fanno la differenza. Ricordi, impressioni, immagini, incontri.

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    1. ….Già, è stata una cosa molto triste essere snobbata così. Neanche i ragazzi delle medie quando avevo l’apparecchio ai denti, i capelli crespi ed ero più alta di una spanna di tutti i compagni maschi (che comunque erano sei ed erano veramente brutti!!!)…
      Fortuna che poi quello di Boston mi ha deliziano con un bel morso….
      Ho compensato!

  1. Ciao Elena, tu non sai quanto sia contenta di leggerti di nuovo! Seguivo il tuo blog anche prima, nell’anonimato, senza profilo gravatar e wordpress! Ecco ci tenevo a dirtelo! Valentina

    1. Grazie Valentina, le tue parole mi fanno veramente piacere! Non scrivo spesso; lo faccio prevalentemente quando ho voglia di raccontare qualcosa… o di condividere qualche immagine… ma mi fa piacere sapere che ti ero un pochino mancata.
      Un abbraccio!!!

  2. Immagino che sia stata un’epserienza tragica, ma non posso fare a meno di ridere 😂😂😂 Scusa!
    Ma ti capisco benissimo: i giardinetti della città dove vivo io erano una delle cose più pericolose di tutto il nord Italia, altro che guerrieri della notte. Il cigno dello stagno era cattivissimo e feroce come un leone della savana, mentre le caprette mi hanno morsicata più volte mentre cercavo di nutrirle con prelibate pagnotte secche – ingrate 😉

    1. I cigni mi hanno inseguito diverse volte. Un incubo. Dietro caso ho il Parco di Monza e dentro c’è una fattoria meravigliosa…. gli asinelli mi mangiano le mani quando provo a dar loro le castagne…. mi odiano. Non capisco… io li amo tanto!!!

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